Guida predittiva, cos’è e come può aiutarci

Nell’ambito della gestione del rischio stradale la nuova formula integrata di approccio alla guida e al monitoraggio della sicurezza è la strategia più quotata per abbattere i potenziali sinistri, scopri l’approfondimento.

La guida predittiva, anche detta anticipativa, è quella modalità che ci consente di anticipare i pericoli con uno stile di guida basato su un migliore utilizzo del campo visivo. Per guida predittiva si possono anche intendere alcuni sistemi integrati di guida assistita volti a anticipare al conducente ciò che a breve incontrerà su strada, poco più avanti, mettendolo nelle condizioni di non essere preso alla sprovvista ad esempio da un rallentamento o simili situazioni.

Tutto quello che può andare a vantaggio della sicurezza di chi guida è un’evoluzione benvenuta, anche perché, come abbiamo visto due puntate fa, guidare per lavoro è un’azione abbastanza pericolosa. La facciamo in modo naturale, ma ciò non toglie che comporti un quantitativo di “rischi” non indifferente, rischi che sono tra l’altro piuttosto sottovalutati rispetto ad altri lavori comunemente considerati “pericolosi”.

Quindi, la formazione alla guida sicura e l’impiego di valutazioni predittive possono rivelarsi determinanti.

Poiché ogni anno i numeri che indicano morti e feriti stradali spaventano l’opinione pubblica e preoccupano i governi – da sempre volti a migliorare la sicurezza stradale tramite l’impiego di strategie, normative e infrastrutture ad hoc – sarebbe bene sviluppare quanto più possibile metodologie che aiutino a ridurre il rischio stradale per le persone che guidano per lavoro, attraverso una gestione più ragionata del rischio stradale. Guidare per lavoro, secondo i dati, è quasi più pericoloso che fare il sommozzatore. È inaccettabile!

In Italia, ad esempio, più della metà delle morti sul lavoro dipende da un sinistro stradale accaduto durante l’espletamento delle proprie mansioni (per le categorie di conducenti come camionisti, autotrasportatori, tassisti), mentre risulta particolarmente pericoloso, soprattutto per le donne, il tragitto casa-lavoro, soprattutto in relazione al fenomeno dello stress lavoro correlato, a cui le quote rosa sarebbero più soggette contro un maggior rischio, nella controparte maschile, di incorrere in incidente per sonnolenza o consumo di sostanze.

 

 

Vediamo di identificare quali sono i fattori responsabili del rischio stradale:

  • distrazione alla guida, nella fattispecie uso del cellulare alla guida;
  • velocità eccessiva;
  • cattivo stato di segnaletica e infrastrutture;
  • stanchezza fisica o psicologica;
  • assunzione di sostanze non compatibili con la guida;
  • manutenzione carente del veicolo;
  • assenza di formazione specifica.

 

Tutti questi fattori sono responsabili degli incidenti stradali, sia singolarmente che combinati tra loro, generando un problema che, pur se gestito al meglio, non si elimina mai definitivamente.

Anche L’INAIL, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, contribuisce alla prevenzione dal rischio stradale premiando gli enti e le aziende che mettono in campo interventi migliorativi della sicurezza per i propri dipendenti, attraverso la riduzione del premio assicurativo INAIL prevista dal Modello OT23 con le specifiche caratteristiche che queste azioni migliorative devono avere per dare diritto a un’azienda a ricevere l’incentivo.

 

 

La riduzione del tasso medio di tariffa dal 10 al quasi 30% è una grande agevolazione, e in ambito stradale questa riduzione del premio assicurativo INAIL si può ottenere facendo formazione alla guida ai propri dipendenti. Tra gli interventi ritenuti valide per l’agevolazione ci sono varie possibilità, la più formativa e sicura è il corso teorico-pratico di guida sicura di 8 ore (anche qui, vi sono precisi requisiti che il corso deve avere), ma troviamo anche l’attivazione di servizi di trasporto casa-lavoro per i dipendenti (per limitare l’uso di auto propria), l’installazione di dispositivi intelligenti sui veicoli in dotazione, come i cronotachigrafi digitali sui mezzi pesanti o il segnalatore di colpo di sonno, ma anche la presa in carico delle aree stradali limitrofe alla zona di lavoro con la realizzazione di infrastrutture migliorative della sicurezza, come ad esempio opportuna illuminazione, attraversamenti pedonali ecc. Tra gli interventi più futuristici vi è il dispositivo che inibisce l’accensione del veicolo se rileva l’ebbrezza del conducente, l’Alcolock, chiamato anche Ignition Interlock Device, capace di registrare il tasso alcolemico del guidatore di un veicolo a motore.

Oltre a questo, molte aziende trovano utile lo standard che definisce i requisiti di un sistema organizzativo volto a ridurre morti e feriti stradali, la normativa ISO 39001, sistemi di gestione della sicurezza del traffico stradale (RTS). Ma le politiche per la gestione del rischio stradale vanno comunque ampliate, per poter essere fruibili da tutte le organizzazioni, che siano gestori di reti stradali, enti pubblici o aziende private.

Le certificazioni ottenibili da parte di enti accreditati dopo aver attuato – in modo dimostrabile – un sistema di gestione conforme ai requisiti dello standard possono essere molteplici, tra le più note ad esempio ci sono la UNI ISO 9001, la UNI ISO 14001, la UNI ISO 45001 e molte altre.

 

 

Le azioni che si possono intraprendere per la tutela dei dipendenti aziendali che guidano veicoli in ogni caso sono molteplici, prima tra tutte la diffusione di una cultura della sicurezza stradale basata sulla salute degli utenti. Tutto questo argomento, che sembrava tanto pionieristico e lontano nel secolo scorso, oggi è una necessità scottante, così l’inserimento di tutti i conducenti in un programma organico di formazione alla guida sicura ed educazione alla prevenzione dal rischio stradale.

In un simile contesto si inserisce a proposito proprio la guida predittiva, ovvero una tipologia di approccio alla guida volta sia a controllare il proprio stile di guida in modo che ogni azione messa in atto dal conducente sia sicura e responsabile, sia a utilizzare come valido supporto al guidatore la tecnologia di cui sempre più veicoli oggi sono dotati. La guida predittiva influisce anche sull’economia di gestione della flotta perché, applicando i criteri della conoscenza tecnica del veicolo che si conduce e della consapevolezza alla guida, essa porta a una riduzione dei consumi ed anche delle statistiche degli incidenti, tendendo, se perseguita con attenzione, a eliminare le distrazioni e gli “errori” come ad esempio il ricorso a una scorretta posizione di guida o il mancato rispetto della distanza di sicurezza.

 

 

Potrebbe sembrare complicato lì per lì applicare la guida anticipativa, anche perché i comportamenti alla guida sono i più difficili da cambiare, nella fattispecie certe abitudini sbagliate ma ormai entrate nell’uso quotidiano, che però se corrette porterebbero a enormi benefici in termini di salute e sicurezza alla guida, per i conducenti e per tutti gli altri utenti della strada.

In realtà la guida predittiva, anche nel suo aspetto di sfruttare al meglio i vantaggi delle tecnologie di supporto alla guida per anticipare e “prevedere” il rischio, è la giusta opzione per una cultura della sicurezza stradale, assieme alle azioni migliorative dell’educazione stradale e della formazione dei dipendenti in merito alla gestione del rischio stradale.

I programmi di formazione alla guida che hanno migliori risultati in termini di riduzione dei sinistri e prevenzione dal rischio stradale sono i programmi che hanno tempi lunghi, cioè non azioni singole ed estemporanee, ma l’attuazione di formazioni continuative nel tempo, di misure di prevenzione e monitoraggio, coinvolgendo più settori e risorse aziendali e più fattori di rischio, con azione benefica su spostamenti, veicoli, guidatori e ambiente.

 

 

I corsi che possono essere messi in campo per il miglioramento della sicurezza, della salute e del benessere alla guida dei dipendenti aziendali sono sia interventi diretti al singolo guidatore sia interventi mirati sul singolo comportamento rischioso; evitando l’utilizzo di simulatori di guida, spesso insufficienti a far prendere davvero coscienza delle tecniche motorie corrette per gestire il veicolo in una situazione imprevista o di emergenza, risultano utili anche le sessioni di guida sicura teoriche, metodologiche e pratiche, in aula per quanto riguarda la prima e dal vivo sul campo per quanto riguarda le seconde.

Spesso, le sessioni pratiche di guida sicura, oltre che estremamente formative, risultano coinvolgenti al massimo livello perché coinvolgono tutti i sensi dell’allievo e gli permettono di sviluppare abilità che non pensava di avere, confermare le conoscenze pregresse e rendersi conto man mano dei propri miglioramenti già nel corso di una stessa sessione. Ecco perché anche le figure dirigenziali, i manager e i responsabili sicurezza, che di solito risultano troppo impegnati per sottostare alle formazioni teoriche, partecipano volentieri a questi eventi di formazione pratica, in pista, in circuito o in altra area ad hoc allestita per le sessioni di guida sicura pratica, con molto più entusiasmo che in una canonica lezione frontale.

 

 

Utilizzando la guida predittiva per prevenire il rischio stradale, andremo a esaminare per una valutazione del rischio aspetti come rapporto incidenti-denunce assicurative, validità della patente, rinnovi, evidenze mediche, informazioni sul veicolo e dati di viaggio, chilometraggio e dati di consumo carburante, aree percorse, manutenzioni del veicolo e presenza di uno storico per quanto riguarda infrazioni al Codice della strada e relative sanzioni.

Tutti questi dati, incrociati, hanno valenza predittiva: ci aiutano cioè a sapere in anticipo cosa potrebbe mettere in pericolo un conducente e come intervenire per evitarlo.

Cosa ne pensi dell’approccio anticipativo alla guida per una cultura della prevenzione dal rischio stradale? Scrivici la tua nei COMMENTI! A presto!

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