A cosa servono le carte cronotachigrafe?

Le carte cronotachigrafe, più comunemente dette carte tachigrafiche, sono i dispositivi che consentono l’utilizzo del tachigrafo installato sugli automezzi per il trasporto di persone e merci. Scopri quando è obbligatorio averle e tutte le funzioni.

Il nome sembra strano, ma a chi lavora negli autotrasporti è davvero familiare; questo dispositivo, collegato a uno strumento che si chiama appunto tachigrafo, ha una funzione duplice di controllo del rispetto delle regole e tutela dei lavoratori.

Per ottemperare alla necessità condivisa di sicurezza durante la circolazione stradale relativamente al settore dell’autotrasporto, oltre alla formazione professionale esiste una strumentazione apposita, adeguata al settore specifico di chi lavora come autotrasportatore conducendo mezzi pesanti adibiti al trasporto cose o persone.

 

 

La formazione professionale, come abbiamo visto in precedenza, offre a privati e dipendenti aziendali la conoscenza tecnica e pratica per poter gestire le situazioni di emergenza alla guida, evitare le reazioni istintive e fare fronte agli imprevisti in maniera corretta; esiste anche, più in grande, lo sviluppo e l’utilizzo di sistemi di gestione. Vi sono ad esempio, per i conducenti di mezzi pesanti sia adibiti a trasporto cose che trasporto persone, studi e programmi che mirano a migliorare a livello integrato la sicurezza di autisti e persone a terra, anche regionali, ne citiamo uno come esempio: “L’intero Programma è orientato a favorire la sicurezza che deve essere garantita trasversalmente per tutte le modalità di trasporto e spostamento, con particolare attenzione alle fasce di popolazione più vulnerabili, tra cui i bambini, gli anziani o le persone a mobilità ridotta. […] Migliorare la sicurezza del trasporto pubblico; ridurre l’incidentalità stradale in coerenza con gli obiettivi UE; […] Si intende ridurre ulteriormente i valori dell’incidentalità del trasporto pubblico ferroviario e degli autobus (che risultano già bassi ad oggi) attraverso politiche integrate che agiscano in modo coordinato sugli aspetti infrastrutturali, tecnologici e di sicurezza dei mezzi”. Oppure, per i mezzi pesanti aziendali, ma che ci aiuta a capire come potrebbe essere progettata la sicurezza anche in tema di trasporto pubblico, uno studio inglese ha registrato che: “Una mirata progettazione dei nuovi interventi e un adeguato sistema di sorveglianza dovranno poi migliorare ulteriormente la cosiddetta ‘safety’, ossia la sicurezza durante i trasporti, così come la sicurezza e il comfort dei passeggeri nelle fasi di attesa, interscambio e accesso ai servizi (‘security’) con azioni nelle stazioni, alle fermate, sull’accesso ai mezzi etc”.

In questo contesto, ovvero della sicurezza di chi guida mezzi pesanti, si pone l’utilizzo del cronotachigrafo.

Come funziona il cronotachigrafo

Il cronotachigrafo è un dispositivo che produce impulsi elettronici durante la marcia (rilevando la rotazione dell’albero di uscita del riduttore). Questi segnali, crittografati, vengono inviati all’unità del veicolo dove vengono registrati. Il cronotachigrafo viene installato nella zona del conducente della cabina del veicolo, mentre il sensore di movimento/velocità si trova sul cambio. Il cronotachigrafo esiste sia in versione analogica che digitale, la prima tipologia funziona memorizzando su un foglio di registrazione denominato “disco” tutte le informazioni relative alla guida, alle distanze percorse e alla velocità di marcia nel lasso di tempo di un giorno (periodo di guida giornaliero): il conducente compila questo foglio prima di entrare in servizio prendendo in consegna il veicolo.

 

 

Il cronotachigrafo digitale invece (installato su pullman, camion, autocarri e in generale sui veicoli commerciali) è un sistema elettronico in grado di registrare i tempi di guida e riposo dei guidatori, tenendo traccia come l’analogico di tutti i dettagli relativi alla velocità di marcia e le distanze percorse con l’obiettivo di garantire ai conducenti le corrette condizioni di guida sicura e migliorare le condizioni di lavoro della categoria degli autotrasportatori tramite il monitoraggio del livello di sicurezza stradale.

Il cronotachigrafo digitale, che si interfaccia con i sensori del veicolo, a differenza dell’analogico immagazzina e tiene in memoria tutti i dati relativi a identità del conducente, modalità di guida e alternanza guida-riposo, e in generale i dati relativi all’uso del veicolo, per il periodo di un anno.

Cosa è la carta tachigrafica

Questa “carta”, che consente l’utilizzo del tachigrafo digitale, è un dispositivo personale, necessario per la guida degli automezzi adibiti a trasporto persone e merci previsto dal Regolamento CE 561/06 e deve essere inserita dall’autista del veicolo nel cronotachigrafo prima di iniziare la guida. Funziona tramite un sistema di conservazione dei dati rilevati dal tachigrafo digitale e alle operazioni svolte da questo strumento. Vi sono differenti tipologie di carte tachigrafiche, per la precisione quattro, ognuna con una diversa funzione a seconda del soggetto che dovrà utilizzarla, e si distinguono tramite il colore.

La carta Conducente è di colore bianco, traccia i parametri di: distanza, velocità, turni di viaggio/riposo e gli eventi particolari, e viene inserita nel cronotachigrafo prima di iniziare la guida degli autoveicoli adibiti al trasporto previsti previsti dal Regolamento 3820/85 (“Armonizzazione dei percorsi su strada”).

 

 

In generale, ovvero ciascuna delle quattro tipologie, la carta cronotachigrafa consente di identificare chi sta operando con il tachigrafo, che sia l’azienda proprietaria del veicolo, l’autofficina incaricata della manutenzione del veicolo, il conducente lavoratore o un’autorità di controllo.

La carta del conducente: tipologie

Vediamo quali sono nello specifico le tipologie di carta tachigrafica: come abbiamo anticipato, esistono quattro tipi di carta del conducente, ciascuno adatto al diverso soggetto a cui è rivolto. La carta Azienda, la carta Conducente, la carta Officina e la la carta utilizzata dalle autorità di Controllo. La prima è un permesso che consente all’azienda proprietaria del veicolo di accedere ai tachigrafi installati sulla flotta aziendale e scaricarne i dati; la seconda è il permesso di guida del lavoratore che conduce il mezzo; la terza è un badge che consente al personale tecnico di officina di leggere i dati immagazzinati nel tachigrafo per effettuare le necessarie riparazioni e manutenzioni; la quarta permette alle autorità l’ispezione e il controllo del rispetto dei limiti di velocità e dei tempi di guida.

  • La carta tachigrafica Conducente è bianca e vale 5 anni.
  • La carta tachigrafica Azienda è gialla e vale 5 anni.
  • carta tachigrafica Controllo è azzurra e vale 2 anni.
  • La carta tachigrafica Officina è rossa e vale 1 anno.

 

Tornando alla carta di qualificazione del conducente (CQC), è necessaria per chi opera nel settore trasporto a livello professionale ed è diversa per trasporto persone o merci.

Poiché non sono alternative, se il guidatore opera con entrambe le categorie deve conseguire entrambe le carte.

 

 

Questo tipo di documento, relativamente al trasporto merci, è stato introdotto tra i requisiti di circolazione nel settembre del 2009 ed è obbligatorio solo per condurre veicoli con massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate. Si consegue in Motorizzazione civile dopo aver frequentato un corso e superato l’esame finale previsto. Ricordiamo che fino all’età di 21 anni non è consentito condurre mezzi che a pieno carico superino le 7 tonnellate e mezza, a meno che non si sia seguito un corso completo di 280 ore.

Quando è obbligatoria la carta tachigrafica?

È obbligatoria se si guida un autoveicolo adibito a trasporto cose (autocarri, autotreni, autoarticolati) con massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, e se si guida un veicolo adibito a trasporto persone (autobus, autosnodati) omologato per trasportare più di 9 persone incluso il conducente.

I veicoli esenti dall’installazione del cronotachigrafo digitale sono, secondo l’art. 3 del regolamento 561/2006, i veicoli sottoposti a prove su strada a fini di manutenzione, riparazione o miglioramento tecnico-prestazionale, i veicoli non ancora posti in circolazione, i veicoli nuovi o trasformati, i veicoli o le combinazioni di veicoli adibiti a trasporto non commerciale di cose, di massa non superiore a 7,5 tonnellate, e i veicoli adibiti a trasporto passeggeri in servizio di linea la cui tratta non superi i 50 km/h.

La carta tachigrafica: tutela dei lavoratori

Il lavoro degli autotrasportatori, sempre per strada, in qualsiasi periodo dell’anno e percorrendo un numero molto elevato di chilometri di giorno e di notte a seconda dello specifico settore è molto pesante. È importante che i conducenti di professione conoscano le abitudini corrette di guida per un approccio sicuro e sano alla strada, e che non si facciano influenzare dalle logiche di iper-produttività, ma rispettino sempre le pause previste durante il periodo giornaliero di guida.

Purtroppo, anche se i mezzi pesanti sono i più corazzati in caso di urto, l’incidentalità stradale coinvolge anche loro, spesso come causa di pericolo per altri utenti della strada. Proprio per questo negli ultimi anni si è diffusa un’attenzione più mirata volta a garantire al conducente un ambiente sicuro e sano tramite opportuna formazione, controllo costante degli standard qualitativi e di manutenzione dei veicoli guidati e gestione dei turni in maniera equilibrata. L’introduzione del cronotachigrafo digitale installato sui veicoli e la sostituzione di quello analogico con il suo parente più recente va proprio in questa direzione: avere strumenti facilmente utilizzabili per avere un controllo oggettivo del rapporto guida-riposo e ridisegnare i turni in modo da consentire al conducente di godere del giusto riposo (limitando in questo modo il rischio di incorrere in errori fatali dovuti a distrazione, disattenzione, stanchezza).

 

 

La carta tachigrafica è il dispositivo che consente, essendo una tessera dotata di chip, di registrare le attività svolte dall’autotrasportatore durante i trasporti e tenere sempre monitorate le ore di impegno. Le ore di impegno rappresentano il quantitativo di tempo complessivo che il lavoratore impiega nella guida e nello svolgimento delle mansioni connesse alla guida nell’arco di una giornata di lavoro. La definizione delle ore di impegno aiuta a stabilire quante sono le ore di riposo necessarie a garantire sicurezza sul luogo di lavoro.

Queste ed altre le novità apportate dal pacchetto mobilità (luglio 2020) che ha rivoluzionato l’assetto preesistente nel mondo degli autotrasporti, con attenzione speciale ai mezzi pesanti, raggiungendo un traguardo importante, quello di alzare gli standard di sicurezza per la tutela dei conducenti, e di gettare le linee guida per quanto riguarda i tempi minimi di riposo, le indicazioni relative al distacco dei dipendenti (cross-trade, direttiva UE 2020/1057) e il cabotaggio (= trasporto di merci e persone da un luogo a un altro del territorio di uno stesso Stato).

Cronotachigrafo, norme

Il pacchetto mobilità ha stabilito in accordo al Regolamento europeo che tutti i mezzi adibiti ad autotrasporto di cui sopra debbano avere installato il tachigrafo digitale al posto dell’analogico. Prima di questo Regolamento, erano tenuti a installarlo solo i veicoli di nuova immatricolazione. Ciò ha portato a una maggior facilità e precisione nella verifica e nel tracciamento del tempo di guida e del tempo di riposo degli autotrasportatori, in modo da contrastare la problematica dei turni di lavoro troppo gravosi e la conseguente potenzialità di incidente stradale.

Da Regolamento, un conducente può guidare più veicoli ma può essere titolare di una sola carta Conducente. Questa carta, come visto sopra, rimane valida per 5 anni, ed è rinnovabile alla scadenza tramite richiesta, ovviamente se permangono le condizioni per il rilascio.

 

 

Secondo la normativa, oltre al fatto dell’obbligatorietà di possesso per guidare un veicolo adibito a trasporto merci o persone, sono previste sanzioni per l’utilizzo scorretto, come mancato inserimento della carta tachigrafica o del foglio di registrazione a inizio turno di guida, che comprendono la sospensione della patente di guida.

In caso di guasto del cronotachigrafo di bordo, è necessario attenersi alla casistica e ricordare che, se il guasto accade durante un viaggio fuori sede, ove sia impossibile la riparazione del guasto, l’autotrasportatore può proseguire il viaggio ma entro 7 giorni dal danneggiamento è obbligatorio recarsi presso un’officina autorizzata per i necessari interventi di riparazione.

Requisiti per la carta conducente

  • essere residente in Italia;
  • essere in regolare possesso di una patente appropriata al veicolo da guidare (veicoli adibiti al trasporto su strada di viaggiatori o di merci), in corso di validità, di categoria superiore alla patente B;
  • essere titolare di una sola carta tachigrafica in corso di validità e non avere contemporaneamente fatto domanda di carta tachigrafica a un altro Stato membro dell’Unione Europea (che è garante per tutti i regolamenti inerenti alle carte tachigrafiche) o ad altro Stato aderente al sistema delle carte tachigrafiche di cui al Regolamento CE n. 561/2006.

Come ottenere la carta del conducente

Il documento si ottiene tramite corso di formazione, superamento dell’esame previsto e possesso delle condizioni di idoneità per il rilascio. Vale 5 anni e oltre i 5 anni richiede di essere confermato da un altro corso, della durata di 35 ore. Ricorda di restituirla non appena è trascorso il periodo di validità della carta o in caso di mancato utilizzo.

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