Tre quesiti sull’emergenza, la parola agli autisti

Essere conducenti di mezzi di soccorso è un lavoro duro, delicato e non adatto a tutti, perché comporta una serie di responsabilità e abilità particolari. Quindi è doveroso per noi, quando ci arrivano, rispondere a tutti i loro quesiti. Scoprili continuando a leggere!

Stando a stretto contatto con formatori, responsabili della formazione, autisti e soccorritori in anni di pratica sul campo, possiamo dire che la parte più bella di questo lavoro per Formula Guida Sicura è il contatto diretto con chi tutti i giorni conduce un mezzo di soccorso – da dipendente o da volontario: un confronto sempre vivo su tecniche, punti di vista, esercizi, situazioni vissute, modalità di approccio (anche psicologico) a un’azione che semplice non è, quella di guidare un veicolo speciale per soccorrere un’altra persona in tempi spesso ristretti e con molta pressione addosso. Essere sempre in corsa contro il tempo per raggiungere il luogo di intervento o per salvare pazienti e feriti non è semplice!

Raggiungere il luogo di un incidente, saper posizionare il mezzo di soccorso sul luogo dell’intervento, conoscere il comportamento dinamico del veicolo e le tecniche appropriate per condurlo senza scosse su qualsiasi tipologia di tracciato, essere preparati a gestire lampeggianti e sirene accese in una situazione di stress, sono cose che non si possono improvvisare, e talvolta, a prescindere dalle indicazioni ricevute, possono sopraggiungere dei dubbi, delle perplessità: cosa saremmo se sapessimo già tutto? Delle persone chiuse al miglioramento.

Ad esempio, la difficoltà di destreggiarsi nel traffico, che si tratti di una grande città o di un piccolo centro urbano – in questo secondo caso le complicanze sono date dai ridotti spazi di manovra e dalle strettoie che caratterizzano molti paesini dell’entroterra – è un fatto reale, a cui vanno aggiunti i problemi legati all’urgenza, la necessità di prontezza di riflessi da parte dell’autista e l’esigenza di sicurezza per il paziente e l’equipaggio. Per gestire una situazione del genere è necessaria l’esperienza, ma anche la conoscenza specifica di cosa posso e cosa non posso fare alla guida di un’ambulanza.

 

 

Gli autisti di veicoli sanitari, di mezzi di soccorso, sono nella maggior parte dei casi persone con un grande senso di solidarietà e con attitudine al supporto e al sacrificio: se ciascuno di questi guidatori applicasse le tecniche della guida sicura, e avesse le nozioni cardine di un approccio consapevole alla guida, sarebbe possibile eliminare, o perlomeno limitare, la maggior parte di rischi molto comuni ma molto dannosi, causati dal comportamento avventato o disattento degli altri utenti della strada, e talvolta anche di loro stessi. Ecco perché è importante investire in formazione, prendersi cura delle richieste degli autisti, impegnarsi a sostenerli e a informarli, a rispondere a tutte le loro domande su qualsiasi argomento li incuriosisca o, al contrario, li renda incerti.

Essere autista è faticoso e richiede tanta responsabilità, ma è anche molto bello: aiutiamoci ad aiutare chi guida a farlo sempre meglio!

Ci teniamo a raccogliere le voci e le esperienze di chi guida per poter costantemente migliorare il livello di formazione offerto e perché il pensiero di ogni persona che entra in contatto con noi è un arricchimento. Oltre a questo, dare rilievo al punto di vista degli autisti è la maniera migliore di mettere in circolo le buone pratiche e incrementare il proprio bagaglio tecnico e professionale, soprattutto per quanto riguarda il potenziamento delle competenze di guida: un accrescimento della formazione per la sicurezza di tutti.

 

 

La maggior parte dei quesiti che riceviamo riguardano infatti la guida. La guida è il cardine dell’attività di un autista di veicoli sanitari. Soprattutto perché, oggi, questa azione così banale eppure così complessa, sembra non essere più solo un fatto meccanico o di esperienza pragmatica, ma si accresce di capacità cognitive e di reazione come appunto la valutazione del rischio e la comprensione rapida del comportamento degli altri veicoli. Saper prevedere una situazione di potenziale rischio è ad oggi una delle maggiori difficoltà per chi guida, soprattutto per chi guida in emergenza.

Tuttavia, dal mondo del soccorso ci arrivano anche domande che riguardano altri aspetti del lavoro di autista, come ad esempio il caso capitato di recente, di un volontario che ha posto le seguenti questioni:

● se sono in emergenza e rimango coinvolto oppure causo un sinistro c’è una procedura da seguire?
● se il mezzo non è funzionante durante un intervento c’è una procedura da seguire?
● proprio in termini di legge (articoli di legge se ne esistono) c’è una procedura da seguire?

Se anche tu sei autista e hai un quesito da porre scrivici qui!

Per quanto riguarda il primo quesito, la procedura standard è avvisare per prima cosa la Centrale Operativa, che deve essere informata sempre di qualunque cosa accada dal momento che se usciamo in servizio stiamo operando per e a nome della Centrale.
Il consiglio è quello di fermarsi e, subito dopo la Centrale Operativa, chiamare le Forze dell’Ordine per fare i dovuti rilievi e stabilire chi ha torto e chi ha ragione; la Centrale attiverà un’altra ambulanza incaricata di recarsi sul nostro obiettivo iniziale, mentre noi che siamo coinvolti nel sinistro rimaniamo sul posto per la constatazione amichevole o le pratiche relative al tipo di sinistro avvenuto.

 

 

Per quanto riguarda il secondo quesito, anche qui lo standard prevede di avvisare subito la Centrale Operativa. Nello specifico, nel caso si tratti di un problema elettrico, molte ambulanze sono dotate di un avviamento di emergenza (in questo caso basarsi sulle caratteristiche del veicolo secondo tipologia, allestimento e indicazioni della casa costruttrice). Se invece il problema non è elettrico ma “meccanico“, siamo costretti a far intervenire un altro veicolo, dal momento che noi potremmo avere degli impedimenti a marciare.

Per quanto riguarda l’ultimo quesito, non vi sono articoli di legge che implichino procedure di gestione, ma ci sono i protocolli e le linee guida diramati dalla Centrale competente, e ogni autista che esce in servizio è tenuto ad attenersi ad essi per una buona gestione del soccorso che garantisca la sicurezza sua, dell’equipaggio e del trasportato.

Ti sei mai trovato in una delle situazioni descritte? C’è qualcosa in particolare che ti piacerebbe approfondire? SCRIVICELO NEI COMMENTI! A presto!

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