Mobility Manager, tutto quel che c’è da sapere su questa figura fondamentale per la sicurezza aziendale

Si parla tanto di mobilità sostenibile e problematiche legate al traffico ma meno della persona che se ne occupa, ecco perché è necessario conoscerne competenze e funzioni.

Per mobilità sostenibile si intende una maniera di spostarsi orientata verso il risparmio energetico, la riduzione dell’inquinamento ambientale e la tutela della salute umana, con una forte connotazione territoriale, il tentativo cioè di progettare soluzioni locali volte a salvaguardare lo spazio pubblico come bene comune.

La parola mobilità (in inglese mobility) pone inoltre l’accento sul mondo dei veicoli e la loro gestione, più estesamente su tutto quanto concerne la movimentazione delle persone nel tessuto stradale.

La mobilità sostenibile è un approccio che va incoraggiato non solo perché apporta consistenti benefici in termini di abbattimento dell’inquinamento acustico e atmosferico, ma anche perché, puntando sull’ottimizzazione dei costi e su un utilizzo più efficiente dei trasporti, mira anche al miglioramento dei problemi legati al traffico e alla qualità di vita delle persone, cercando di rendere più agevoli possibile i tragitti da compiere quotidianamente per recarsi sul posto di lavoro.

La mobilità sostenibile è una risposta ancora un po’ sperimentale ma promettente alle esigenze di riduzione del degrado del territorio e di salvaguardia ambientale.

Poiché riuscire a trovare soluzioni pratiche e funzionanti che rispondano a tutte queste esigenze non è di immediata risoluzione, ma richiede competenze specifiche, dal 1998 è stata istituita una figura professionale apposita delegata a gestire questo aspetto della vita delle persone, il Mobility Manager. Sembra assurdo pensare che già negli anni ’90 avesse preso forma una figura così futuristica, invece negli anni Novanta eravamo molto avanti, è dopo che, per molti versi, si è verificata un’involuzione.

Ma torniamo al Mobility Manager: cosa fa?

Il Mobility Manager è la figura aziendale deputata a organizzare e progettare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti in modo da ridurre il traffico, ottimizzando i trasporti ed evitando l’utilizzo dei veicoli privati tramite strategie ad hoc. Questo riduce inoltre il rischio di incorrere in incidente stradale, e ne avevamo parlato qui. In questo articolo, invece, trovi una introduzione alle funzioni aziendali del Mobility Manager, che si occupa anche di provvedere a una migliore organizzazione degli orari in vista dell’utilizzo di meno veicoli ma condivisi.

Il Mobility Manager aziendale è la figura di supporto alle attività nella decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni efficaci in tema di mobilità sostenibile.

Il suo obiettivo è consentire la realizzazione di interventi mirati a organizzare e gestire la mobilità delle persone riducendo l’impatto ambientale provocato dal traffico nelle aree urbane.

 

 

Come nasce

Il Mobility Manager, come anticipato, appare in Italia per la prima volta nominato nel DM del 27 marzo 1998 (“Mobilità sostenibile nelle aree urbane”), a seguito degli accordi di Kyoto sui cambiamenti climatici, in un periodo interessato da una pressante emergenza “smog”. In questo DM la figura viene definita come responsabile della mobilità aziendale dalle medie alle grandi dimensioni, figura specializzata “nel governo della domanda di mobilità e nella promozione della mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente”.

Vi sono stati successivi decreti a sviluppare questa nuova figura professionale, come il Decreto Rilancio DL 34/2020, che ha introdotto a pieno titolo la figura del Mobility Manager, e il DM 12 maggio 2021, che ne ha regolamentato funzioni e requisiti, distinguendo tra il Manager aziendale e il Manager d’area.

Il Mobility Manager d’area è una figura affine a quello aziendale, ma focalizzato sul supporto a livello comunale per quanto riguarda il territorio di competenza, e competente “nella definizione e implementazione di politiche di mobilità sostenibile, nonché nello svolgimento di attività di raccordo tra i Mobility Manager aziendali”.

Il Mobility Manager aziendale, invece, si occupa di favorire l’orientamento dei lavoratori verso una mobilità meno rischiosa, più proficua e più benefica per l’ambiente. È così importante che, dal 2015, è diventato obbligatorio anche nelle scuole.

 

 

Cosa fa

La figura del Mobility Manager è preposta alle seguenti attività:

  • progettazione delle misure da implementare, programma specifico e benefici;
  • analisi della situazione specifica dell’azienda in base alla sua struttura, l’offerta di trasporto e le abitudini pregresse in ambito dello spostamento casa-lavoro;
  • monitoraggio, una volta messe in atto le misure, di quanto viene svolto e di come procede il piano di mobilità sostenibile aziendale.

In generale, le strategie di mobility management prevedono azioni come:

  • il ride matching, che è l’organizzazione di gruppi di gruppi di condivisione di un’auto a seconda delle esigenze dei singoli;
  • il commuter plan, che è ogni piano spostamenti casa-lavoro dei dipendenti;
  • il car pooling, che è la condivisione dell’auto da parte di più persone in uno stesso tragitto.

 

Anche l’utilizzo di mezzi pubblici, in comune o collettivi rientra a pieno titolo nelle strategie di mobilità sostenibile.

 

 

Inoltre il Mobility Manager si occupa di elaborare e redigere il PSCL (vedi prossimi paragrafi) e seguire la sua messa in atto da parte dei dipendenti aziendali per una migliore organizzazione e gestione della mobilità dei lavoratori.

Tutte queste strategie sono volte a ridurre i consumi, ottimizzare i costi e abbattere l’impatto ambientale derivante dall’elevato tasso di traffico nelle aree urbane e in prossimità delle metropoli.

Collabora con il Mobility Manager d’area ed ha le funzioni di:

  • attivare iniziative di sensibilizzazione sulla mobilità sostenibile, promuovere l’utilizzo di mezzi di spostamento condivisi, favorire assieme al Mobility Manager d’area lo sviluppo di servizi di trasporto pubblico, mobilità condivisa e infrastrutture come percorsi di mobilità ciclo-pedonale.

Chi deve averlo

A rendere obbligatorio il Mobility Manager in azienda è stato appunto il Decreto Rilancio. Ma in tutte le aziende è obbligatorio?

No, in quelle imprese, aziende o enti pubblici che hanno più di 100 dipendenti oppure

sono situate in:

  • un capoluogo di regione;
  • una città metropolitana;
  • un capoluogo di provincia;
  • un comune con più di 50 mila abitanti.

 

Inoltre, con il DM 27 maggio 2021, le imprese devono dotarsi anche del Piano Spostamenti Casa-Lavoro.

Cos’è il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL)

Il PSCL è il documento che identifica le misure da compiere per fare attuare ai lavoratori forme di mobilità sostenibile e valutarne i vantaggi, per orientarli a delle alternative concrete all’auto privata. L’obiettivo è sempre quello di ridurre il traffico, e il suo utilizzo è previsto da quelle aziende che hanno molti dipendenti in mobilità quotidiana su una specifica zona o territorio.

I benefici in pratica sono, per i dipendenti nei tempi di spostamento (che sarebbero ridotti), nei costi e nella comodità di trasporto; per l’azienda o impresa l’aumento di produttività e la riduzione del rischio stradale per ciascun dipendente; e per la società un netto aumento del valore ambientale della zona in oggetto.

Il PSCL è da considerarsi un documento importantissimo come il DVR, ed è previsto dall’articolo 3 del DM 12 maggio 2021.

Le linee guida per la sua reazione da parte del Mobility Manager sono contenute e previste nel documento ufficiale “Linee guida per la redazione e l’implementazione dei Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL)”.

 

 

Che competenze servono

Per diventare Mobility Manager occorre un percorso formativo certificato che possa attestare le competenze del professionista. Poiché queste competenze sono svariate e molteplici, questa figura all’interno di un’azienda va selezionata tra coloro che hanno esperienza nel settore della mobilità sostenibile ed hanno una formazione di elevato livello nell’ambito dei trasporti e della tutela dell’ambiente.

Possedere un’attestazione certifica che il Mobility Manager è in grado di assumersi l’onere di progettare gli spostamenti dei lavoratori, vi sono più enti preposti a erogare questo tipo di formazione, come ad esempio scuole di mobilità, università (tramite specializzazioni e Master) e società di di servizi di mobilità.

Quali sono i vantaggi della mobilità sostenibile?

I vantaggi sono tutti!

L’attuazione di un simile modello di mobilità porterebbe a una netta riduzione di inquinamento dell’aria e del suono, abbattendo inoltre le emissioni prodotte dai combustibili fossili, a tutela dell’ambiente e della qualità di vita delle persone, con miglioramento della fruibilità degli spazi pubblici e del territorio.

Poi, andare verso un Pianeta meno inquinato e meno rischioso è un obiettivo che possiamo solo condividere, di pari passo con l’acquisizione da parte di ogni singolo cittadino di una maggior consapevolezza, che gli consenta di comprendere come impattare meno sull’ambiente e come imparare a tutelarsi su strada attraverso la formazione alla guida e la messa in atto delle strategie progettate dal Mobility Manager.

Dubbi?

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