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Guida in emergenza, un caso particolare per riflettere

Lo scorso luglio è apparsa sui giornali la notizia di una condanna da parte della Cassazione che crea un precedente cruciale per quanto riguarda il Codice della strada e le responsabilità dei conducenti, che siano privati cittadini o appartenenti a Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco o autisti di veicoli sanitari. Scopri cosa potrebbe cambiare da ora.

 

Il caso è quello di un professionista, alla guida di un mezzo di soccorso, una APS con lampeggianti e sirene accesi nel corso del suo regolare servizio in situazione di urgenza. Nel tratto di strada che il veicolo si trovava a percorrere, a velocità non elevata ed entro i limiti, un pedone che stava ascoltando la musica con le cuffie ha attraversato sulle strisce senza guardare, con la complicanza di un autobus fermo in sosta proprio davanti all’attraversamento pedonale. L’autobus, che attendeva la salita e la discesa dei passeggeri alla fermata, ha comportato l’involontario oscuramento della visuale sia al pedone, il quale prima di attraversare non ha controllato se passassero altri veicoli, sia al Vigile del Fuoco, per il quale il pedone è apparso all’improvviso da dietro l’autobus in sosta.

L’impatto è stato inevitabile, e secondo la sentenza di primo grado, che ha assolto il conducente del veicolo di soccorso dichiarandolo innocente, non sarebbe stato possibile evitarlo neanche alla velocità di 20 km orari.

La cosa che fa riflettere è il ribaltamento della sentenza ad opera dalla Cassazione: alla guida di un veicolo ordinario o di un mezzo di soccorso, anche se in emergenza, non si possono creare situazioni di pericolo per gli altri utenti della strada.

L’autista è tenuto a tenere in conto e valutare le variabili: presenza di pedoni, incidenza del traffico se è un’ora di punta, zona percorsa e relativa densità di circolazione, con riferimento all’articolo 177 del Codice della strada, che riguarda proprio il comportamento dei mezzi di soccorso e il tema della “prudenza e diligenza”.

Interpretando questo articolo in maniera restrittiva appare chiaro che, nel caso specifico, in presenza di strada molto trafficata, incrocio, ingombro di altro veicolo (il bus in sosta), impedimento della visuale in modo parziale o totale e presenza di un attraversamento pedonale con semaforo verde per il pedone, un autista avrebbe dovuto sincerarsi del passaggio delle persone a piedi, o comunque metterne in conto l’eventualità.

 

 

Perciò anche se nel corso del servizio in emergenza sono ammesse violazioni del Codice della strada, la Cassazione, con la sua sentenza, ha per la prima volta espresso un verdetto che privilegia il senso di comune prudenza, anche durante l’urgenza.

Ne emerge che non ci si può affidare all’ipotesi che gli altri utenti della strada rispettino il codice stradale, perché questa speranza non basta a evitare gli incidenti. Se il comportamento altrui può essere in qualche modo previsto, l’autista ne è responsabile.

Giusto o sbagliato? La circolazione stradale è un fatto collettivo, e dipende dal comportamento responsabile di tutti coloro che ne sono interessati. Questa sentenza della Cassazione fa riflettere perché introduce per la prima volta l’argomento della “preveggenza“, di una sensibilità sviluppata e addestrata a valutare le probabili o potenziali situazioni di rischio e a evitarle.

La guida sembra non essere più solo un fatto meccanico o di esperienza pragmatica, ma si accresce di capacità cognitive e di reazione come appunto la valutazione del rischio e la comprensione rapida del comportamento degli altri veicoli. Saper prevedere una situazione di potenziale rischio è ad oggi una delle maggiori difficoltà per chi guida, soprattutto per chi guida in emergenza.

Rivediamo quali sono i casi in cui l’autista di un mezzo di soccorso può contravvenire al Codice della strada. Innanzitutto è bene ricordare che può farlo solo con sirene e lampeggianti accesi, e che senza questi segnali uditivi e visivi non è autorizzato, diremo perciò quando è la situazione di urgenza ad imporlo. In questi casi, il comportamento degli altri veicoli, regolato dal comma 3 dell’articolo 177 del Codice della strada, è quello di facilitare il passaggio del veicolo di soccorso in servizio dandogli la precedenza: chiunque, “appena udito il segnale acustico supplementare di allarme, ha l’obbligo di lasciare libero il passo e, se necessario, di fermarsi”; la mancata precedenza può essere sanzionata.

 

 

Secondo quanto stabilito e regolato dall’articolo 177 quindi, un mezzo di soccorso potrebbe, per fare alcuni esempi, oltrepassare i limiti di velocità vigenti, non rispettare una precedenza, sorpassare a destra e anche non osservare uno stop, ma va notato che, come confermato dalla sentenza di Cassazione in esame, ciò non significa che la responsabilità di un incidente stradale che coinvolga un veicolo di soccorso e un altro utente della strada sia automaticamente da attribuire agli altri veicoli o utenti della strada, nonostante la situazione di urgenza.

Per buona norma chiunque si trovi a circolare nel bel mezzo di un’emergenza in atto deve facilitare il passaggio del veicolo di soccorso. Ma l’autista del mezzo di soccorso, a sua volta, deve valutare secondo la propria cognizione e responsabilità la situazione, le circostanze, l’opportunità e i possibili rischi di ogni manovra che va ad intraprendere, e saper scegliere quale evitare.

Ecco perché diventa fondamentale un discorso più ampio sulla formazione professionale alla guida.

Cosa ne pensi? Ti sei mai trovato a dover dare la precedenza a un veicolo di soccorso? Scrivicelo nei COMMENTI qui sotto. Per proporre un argomento che ti incuriosisce contattaci attraverso il MODULO “RICHIESTA DI CONTATTO“. A presto!

  1. Marco says: Credo che con una sentanza del genere molti potrebbero essere demotivati dal prestare la loro opera di volontariato nelle associazioni di volontariato se si sentono responsabili di quello che accade quando guidano un veicolo di emergenza. Come poteva evitare quello che è accaduto? Stava svolgendo un servizio di pubblico servizio in emergenza, forse andava valutatato anche il livvello di urgenza no?
    1. Formula Guida Sicura.
      Formula Guida Sicura. says: Certamente questo è un caso emblematico, che fa appunto riflettere. L'autista stava sicuramente agendo al massimo della sua attenzione, ma talvolta le cose vanno in maniera imprevedibile. Proprio per questo, forse, puntare sulla formazione è la maniera per provare a ridurre il margine di errore. Grazie per aver condiviso il tuo pensiero.
  2. Salvo says: credo che la demotivazione nello svolgere opera di volontariato non riguardi solo il carico di responsabilità nel guidare un veicolo in emergenza...anche la semplice guida della nostra auto comporta tantissime responsabilità, ma non per questo ci scoraggiamo. credo sia più rilevante dare una consapevolezza a questa categoria di conducenti nello svolgere tali mansioni e questo può avvenire solo in presenza di ESPERIENZA, FORMAZIONE e INFORMAZIONE.
    1. Formula Guida Sicura.
      Formula Guida Sicura. says: Vero, non dovrebbero esserci differenze tra chi guida un veicolo di soccorso e chi guida tutti i giorni la sua automobile, la sicurezza alla guida è il primo valore in ogni caso. Le responsabilità sono le stesse da parte di chiunque si metta su strada, e addirittura di tutti gli utenti della strada. Chi guida un veicolo in emergenza ha un compito molto delicato, proprio per questo i tre punti che hai evidenziato, esperienza, formazione e informazione, sono fondamentali per guidare in maniera conscia e sicura. Grazie per aver espresso il tuo punto di vista!

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